IO MI SONO SCOCCIATA
Ero una giovane donna, contenta del proprio lavoro.
Avevo vinto un concorso pubblico in un piccolo comune alle porte di Como. Lavoravo come operatore socio culturale, ovvero bibliotecaria e assistente sociale. Il lavoro mi piaceva molto e andavo d’accordo con colleghi e amministratori.
Ma a un certo punto il segretario comunale va in pensione e viene sostituito da un altro.
Al nuovo segretario non sembra giusto che io ricopra quegli incarichi. Mi propone di lavorare come bibliotecaria, assistente sociale e di dedicare una parte del mio tempo alla segreteria.
Non mi interessa quel tipo di mansione e rispondo che non sono interessata.
La risposta del segretario non tarda a arrivare. Di fronte alla mia collega afferma che: o io accetto le sue richieste di prestazione sessuale e mantengo i miei incarichi, oppure vedrò modificate le mie mansioni.
Io rimango basita e faccio finta di non capire ma lui conferma la sua posizione.
Per fortuna dopo poco tempo ho la possibilità di chiedere mobilità per un altro comune, e me ne vado senza incontrare più quella persona.
Avevo cancellato questa storia, mi è tornata in mente attraverso questa campagna.
Non vorrei mai che mia figlia e qualunque altra donna dovesse ritrovarsi in quella spiacevole condizione.

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