IO MI SONO SCOCCIATA
Forse la stessa angoscia che ho provato io – e ancora provo – ogni volta che guardo il mio cellulare è una cosa comune a tante donne.
Forse.
Non lo so.
So solo che, anche se mi costa fatica e dolore raccontare, oggi ho deciso di farlo e lo faccio anche per dire che se la chiamiamo per nome questa angoscia (e siamo tante a farlo) forse la faremo evaporare e la cacceremo via dalle nostre vite una volta per tutte.
Forse.
Me lo auguro di cuore. Vale comunque la pena provarci.
Ecco perché racconto.
Tutto è iniziato con un contatto nella vita reale. Un incontro come capita tutti i giorni. Si frequenta lo stesso bar, si è ‘amici di amici’ e così capita che si parli del più e del meno, del fatto che si sta rinnovando casa e che si cerca un bravo artigiano che ci aiuti a svolgere qualche piccolo lavoretto.
Ci si scambia quindi il numero di cellulare come la cosa più naturale di questo mondo. Una cosa banale.
E così ha avuto inizio il mio incubo.
La prima volta che ho ricevuto un suo messaggio, pieno di oscenità e insulti sono rimasta senza parole. Ho cercato di non farci troppo caso e di passare oltre. Anche perché il giorno dopo avevo visto questa persona al solito bar, come sempre. Era ‘normale’ e mi aveva pure salutato.
Al secondo messaggio non potevo credere che stesse capitando ancora. Ero scioccata e ne parlai con mio marito. Anche lui era senza parole, lontano anni luce dallo stile di quelle frasi e da quel modo di parlare.
Al terzo messaggio non potevo credere che stesse capitando a me – proprio a me – quel fenomeno ahimè tanto in voga ai giorni nostri chiamato stalking.
Non potevo e non volevo crederci.
Ma era proprio così.
Dopo mesi di continui messaggi, sempre più volgari e disgustosi, decisi di rivolgermi ai carabinieri e di denunciare tutto. In un primo momento, al mio racconto, i due ufficiali che mi trovai davanti cominciarono a scambiarsi occhiate ammiccanti e risolini mal celati.
Poi, però, quando mostrai loro il mio telefono con quel che c’era dentro, divennero subito seri e mi dissero che non bisognava prendere la situazione sotto gamba.
Avrebbero provveduto al più presto a parlare con il mio stalker per fare in modo che capisse la gravità di quello che stava facendo ai miei danni e la smettesse.
E così fu.
Per qualche mese la cosa sembrò funzionare e non ricevetti più alcun messaggio da parte di quell’uomo molesto.
Poi però, dopo due mesi in cui mi ero (quasi) abituata a rispondere al cellulare senza aver paura, ecco di nuovo un suo messaggio.
Anche questo, come i precedenti, era pieno di pesantissimi apprezzamenti e di volgarità nei miei confronti.
E per mesi e mesi ancora continuò non solo a mandarmi messaggi molesti, ma anche a telefonarmi.
Installai sul telefono un apposito filtro per
non sentire più lo squillo di tutto ciò che arrivava da quel numero, ma lui un giorno mi chiamò da un cellulare diverso e io, ignara,
risposi e… sentii la sua voce che mi diceva di avere pazienza e che tutto ciò lo faceva perché era ‘innamorato di me’!
Poi smise.
Così, all’improvviso e senza un’apparente ragione.
Mentre scrivo queste righe sono tre mesi che non ricevo più suoi messaggi.
Mi sento molto sollevata.
Tuttavia quella sensazione di ansia e di angoscia che fa capolino ogni volta che il mio telefono squilla o vibra per un messaggio non mi abbandona ancora.
Forse mi abbandonerà prima o poi.
Forse.
Ma dentro di me, in un angolo remoto del mio cuore, sento che ogni volta che prendo in mano il cellulare penso a lui, alle sue orrende parole e a quella sensazione di impotenza che ho provato per così tanti mesi.
Forse passerà prima o poi.
Forse.
Io lo spero tanto.
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