Pensieri e riflessioni in margine a una Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne che ci ha viste partecipi dell’incontro online con la scrittrice Monica Lanfranco (Crescere uomini, ed. Erickson) promossa da ARCI Como, in sinergia con noi e con le Donne in nero.
25 novembre 2020: cosa significa ricordare oggi, in questo straordinario anno 2020, la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne? Ha ancora senso? Eccome se ha senso. Oggi più che mai, mentre siamo nel pieno di una pandemia che ha acuito e fatto aumentare ancora di più gli episodi di violenza domestica a causa della quarantena forzata nelle proprie abitazioni, in nuclei familiari e parentali disfunzionali e violenti, è necessario ricordare e celebrare questa data.
Da #Noicisiamoscocciate…
Quattro anni fa, il 25 novembre del 2016, in occasione di questa ricorrenza così simbolica, noi WiW, grazie all’azione coordinata di Alle Bonicalzi, filosofa, fotografa e art director del gruppo, e Paola Minussi, scrittrice e musicista, presidente WiWs insieme a tutto il gruppo del direttivo sente l’esigenza e l’urgenza di dare voce alle storie di ordinario sessismo e di violenza ai danni delle donne e lancia la campagna #NoiCiSiamoScocciate, invitando chi lo desidera a raccontare le proprie storie di sessismo quotidiano attraverso brevi testi e foto ‘scocciate’.
La campagna sul web dura due anni; l’8 marzo 2018, in occasione di un’altra data simbolica, la giornata della donna, è pubblicato, grazie a un crowdfunding, il libro che raccoglie tutte le foto e le testimonianze raccolte, dal titolo Io mi sono scocciata. Storie di ordinario sessismo.

Celeste Grossi, Paola Minussi e Alle Bonicalzi.
… al confronto su Crescere uomini
Oggi, 25 novembre 2020 siamo ancora qui a testimoniare la nostra attenzione e la nostra volontà di partecipazione a questa battaglia di civiltà con una iniziativa che abbiamo molto a cuore: la presentazione del libro di Monica Lanfranco Crescere uomini. Le parole dei ragazzi su sessualità, pornografia e sessismo (Erickson 2019).
Ecco la registrazione dell’incontro.
Ed ecco alcune riflessioni maturate dopo l’incontro organizzato da Arci Como, Donne in Nero, Women in White – Society in cui hanno dialogato con l’autrice Monica Lanfranco (giornalista, scrittrice e formatrice), Celeste Grossi, Grazia Villa e Paola Minussi.
L’incontro con Monica Lanfranco e il dibattito che ne è seguito sono stati momenti illuminanti e necessari, ancora una volta. A cominciare dalle parole e dal significato che ad esse attribuiamo, perché, ancora oggi, abbiamo la cattiva abitudine di relegare la questione linguistica in secondo piano. Sembra che nella lotta per l’eliminazione della violenza sulle donne ci sia sempre ‘ben altro’ da fare. Ma non è così: la nostra azione può e deve agire su piani differenti e complementari e quello linguistico non è da meno degli altri. Monica Lanfranco lo ha sottolineato ancora una volta nel cosiddetto benaltrismo, sostantivo che ben ci fa capire come questo atteggiamento sia da superare, in modo definitivo e risoluto per voltare finalmente pagina. Insieme possiamo davvero fare la differenza.
Paola Minussi, scrittrice, musicista, ideatrice Women in White – Society
Carissime, vorrei spendere due parole per l’incontro di ieri.
Ringrazio in primis Paola, che mi ha proposto di essere parte di questo evento, riaccendendo in me l’interesse, ‘pandemicamente’ assopito, di scrivere uno spettacolo sulla violenza sulle donne.
Ringrazio Monica per il suo libro, il suo lavoro e le parole spese che hanno destato in me nuove considerazioni, spunti e immagini su cui lavorare e Celeste per il garbo e la professionalità con cui ha gestito il tutto.
È stato un immenso piacere fare la vostra conoscenza di persona, anche se virtualmente, e spero ci possano essere nuove occasioni di incontri.
Ringrazio anche tutte le altre persone intervenute, potersi confrontare è sempre una grande ricchezza e fonte di energia nuova! A presto.
Claudia Fontana, attrice, docente di teatro
Anzitutto concordo con Claudia: che emozione ritrovarsi di persona, seppure virtualmente! Bello rivedervi e risentire le vostre voci. Quanto all’incontro, mi è piaciuto e mi ha interessato davvero molto. Penso che il ‘lato maschile’ della questione che poi precipita sul tema della violenza di genere sia molto importante, delicato e trascurato. Quindi prezioso lo spunto del libro di Lanfranco per rifletterci.
A me, madre di figlie (femmine), fa davvero fatica pensare il lato dell’educazione sentimentale, sessuale e civica di figli (maschi): non avendone esperienza personale non so bene come muovermi. D’altro canto, di fronte a frasi come quella del web che riportavo all’incontro (Sto crescendo un figlio con cui vostra figlia sarà al sicuro) mi lasciano tra il perplesso e l’agghiacciato per vari motivi:
• perché una madre deve giustificarsi (o è ‘solo’ delirio di onnipotenza)?
• qual è la formula per ottenere quanto promesso?
• e se poi il figlio ‘sbraca’: la COLPA di chi è, della madre?
• dov’è il padre e quale il suo ruolo?
• perché diamo per scontata la pericolosità del maschio lasciato a se stesso?
• perché la sicurezza di una donna deve dipendere dalla condotta di altri?
Ecco. Questo è un tema che mi piacerebbe approfondire.
Alle Bonicalzi, fotografa, filosofa, formatrice
Sono molto felice di aver partecipato all’incontro virtuale con tutte voi. Mi sento di spezzare una lancia a favore del famigerato post condiviso su Facebook che tante perplessità ha sollevato, a dimostrazione che ogni persona poteva percepire il messaggio in maniera squisitamente soggettiva. Io l’ho interpretato come la necessità che TUTTI noi adulti, maschi e femmine, padri, madri, nonne e nonni, insegnanti e caregiver in genere comprendano che il ribilanciamento dei rapporti personali, sociali ed istituzionali tra i sessi e la cancellazione di ogni disparità dipenderà dal reale impegno educativo che si assumeranno. Questo comporta, innanzitutto, riconoscere quanto certi stereotipi siano profondamente radicati dentro di noi, a livello inconscio. Solo da questa comprensione possiamo sperare di crescere ed educare uomini e donne nuove, in grado di costruire insieme una società senza disparità e violenza di genere. Forse ho detto delle banalità, non me ne vogliate. Come nonna di nipoti maschio e femmina cerco di agire coerentemente a questa mia convinzione, ogni giorno. Non vedo l’ora di potervi incontrare e riabbracciare davvero.
Cristina Quarti, attrice e formatrice